“L’ora delle streghe”, di Anne Rice: recensione.

Titolo: L’ora delle streghe (titolo originale: “The witching hour”).
Autrice: Anne Rice.
Edito da TEA.
Prezzo di copertina: ai tempi 6900 lire per.

Dalla quarta di copertina: «New Orleans: sotto il portico di una vecchia casa fatiscente, ogni giorno una donna siede immobile su una sedia a dondolo, lo sguardo spento. Un misterioso giovane, pallido ed elegante, è il solo visitatore, ma scompare nel nulla quanto qualcuno cerca di avvicinarlo…

San Francisco: un restauratore di case, Michael Curry, annegato nel gelido oceano, ha vissuto una straordinarie esperienza di risurrezione. Nella sua permanenza nel regno delle ombre, ha avuto delle visioni e ha ricevuto un incarico da svolgere al suo ritorno tra i vivi…

Nel suo romanzo più ambizioso e appassionante, Anne Rice tesse con maestria il filo sottile che unisce le due storie apparentemente lontane, trascinandoci nel mondo al di fuori del tempo dove si consuma l’eterno scontro tra bene e male, vita e morte, luce e tenebra.»

Chi mi conosce sa quanto amo Anne Rice. La sua scrittura, la sua fantasia, la sua sensibilità… credo di poter dire in tutta serenità che è la mia scrittrice preferita, o quella più vicina a questo primato. “L’ora delle streghe” è uno dei suoi libri che amo di più.

Il modo in cui è strutturata la storia, il suo sviluppo, le descrizioni così opprimenti e dettagliate, piene di una sensibilità nervosa che sembra correrti addosso come un moscerino… per me è tutto incantevole.

Avvertenza: ho un rapporto di particolare affetto / reverenza verso questo romanzo. I toni adoranti di queste prime righe dovrebbero avervi già segnalato la mia incapacità di essere oggettiva su Mrs Rice. Farò del mio meglio per il bene di voi lettori, ma non garantisco miracoli. Tanto meno ora che non è più tra noi vivi e per me è diventata un po’ una leggenda.

L'ora delle streghe, Anne Rice

La storia è ambientata a New Orleans, città cara alla nostra scrittrice, e in particolare nel Garden District, dove una casa in condizioni terribili ospita alcune discendenti di una vecchia famiglia coloniale. Sul portico, siede ogni giorno Deirdre Mayfair. Una donna che potrebbe ancora essere molto bella, ma è completamente rincitrullita da farmaci, elettroshock e traumi che l’hanno ridotta in condizioni spaventose. Per lo più rimane lì sola, con un enorme smeraldo al collo, ma a volte un giovane bruno le tiene compagnia.

Curioso che una donna in condizioni tanto pietose si agghindi con uno smeraldo per prendere l’aria sotto il portico, vero? Ancora più curioso il fatto che nessuno si azzardi a rubarlo, nonostante sia indifesa e quasi demente, circondata da donne fragili quanto lei. Deirdre è ben protetta, più di quanto possa apparire.

Il protagonista maschile de “L’ora delle streghe” è Michael Curry. Quello che, dopo Lestat, Louis e compagnia zannuta, ha contribuito a creare aspettative impossibili nella me stessa pre-adolescente e adolescente. I maschietti di norma sono un po’ più normali, non omaccioni estremamente affascinanti, fini intenditori di architettura e storia dell’arte, sensibili lettori di Dickens, virili posatori di mattoni…

Ehm. Sì, Michael Curry è una sorta di fantasia erotica parlante. E lavorante, finché quel brutto incidente nel Pacifico non lo porta a vivere un’esperienza fuori dal comune in cui incontra alcuni spiriti. Gli affidano una missione estremamente importante, che lui accetta di svolgere, e lo rimandano sulla Terra per vivere ancora. Esistenza problematica, ahilui: ora gli basta toccare un oggetto per vedere la sua storia. Dono interessante, a volte utile, ma che rende impossibile la vita di sempre. Come si può stare in cantiere se le tue mani ti raccontano la storia di ogni mattone, cacciavite, confezione di vernice? Che incubo!

Poi c’è lei. Rowan Mayfair, la più promettente neurochirurga mai comparsa sulla costa Ovest. Bella, fredda e passionale al tempo stesso, un ossimoro vivente e complesso, un genio. Che si può dire di lei? Vorremmo tutti un pizzico del suo talento. Rowan è eccezionale. Anche lei ha diversi scheletri nell’armadio: il meno ingombrante? È stata adottata. Non conosce nulla della sua famiglia d’origine, fino a una coincidenza sfortunata.

È proprio lei a ricevere la telefonata che annuncia la dipartita della madre biologica. La realtà della famiglia Mayfair arriva nel modo più doloroso e inaspettato, lasciandola orfana per la seconda volta un attimo dopo che l’esistenza di sua madre aveva finalmente preso concretezza.

Anne Rice è una specialista nel prenderci il cuore e ridurlo in coriandolini colorati (così Lestat e amici faticano di meno per prosciugarlo, visto che bel lavoro di squadra?). “L’ora delle streghe” lo conferma.

New Orleans permette l’incontro di Rowan e Michael, tra i quali nasce un’attrazione tanto irresistibile e improvvisa quanto intensa. Rowan, bella de zia, te capiamo pure, fattelo di’.

Tutto si complica quando Rowan intuisce finalmente la portata dell’essere membro dei Mayfair di New Orleans, peggio ancora: dei Mayfair del legato, della casa del Garden District. Una razza di eletti persino tra i ricchi e dotati Mayfair dispersi per il mondo.

Qualcosa si complica ancora di più quando Michael scopre che il bell’uomo bruno che vedeva da bambino, al fianco della donna che ora sa essere Deirdre Mayfair, non ha mai abbandonato il Garden District. È ancora lì e non sembra invecchiato di un giorno.

Quando arriva il Talamasca, abbiamo la certezza che ci sia qualcosa di estremamente complicato e intrigante ad aspettarci.

Cosa? Per non rovinarvi l’intensità morbosa e sconcertante delle pagine che verranno, mi limito a dire che Rowan appartiene al clan Mayfair, nato da una strega salvata dal rogo dal Talamasca stesso, e che le strade dei Mayfair e dell’organizzazione paranormale più british al mondo si sono incrociate molte volte, per lo più con esiti disastrosi. I capitoli centrali sono dedicati alla storia di questo clan assurdo (con grossi problemi di moralità, aggiungerei) ed è l’apoteosi dello schema caro a Anne Rice di narrare storie dentro un’altra storia. È un gioco di matrioske che adoro.

Una storia lunga quattro secoli, quella de “L’ora delle streghe”, in cui ricchezza, poteri inimmaginabili e doni strabilianti, violenza, passione, follia e tanto altro hanno caratterizzato la vita dei Mayfair, rendendoli un clan tanto compatto e unito quanto potente e ricco.

La vicenda iniziata da “L’ora delle streghe” prosegue con il volume “Il demone incarnato” e si conclude con “Taltos il ritorno”. Ve ne parlerò in altri articoli. Dispiace ammettere che in diverse pagine non sono all’altezza di “L’ora delle streghe”, ma se lo leggerete, cari lettori, concorderete con me che è difficile mantenere un simile livello per tre libri. Quello è il tipo di tomo che spreme il meglio di una persona per nascere.

Lo stile è quello che abbiamo imparato a conoscere e attribuire alla regina di Halloween. La scrittura è lenta, minuziosa, indugia nei dettagli con il gusto proprio di chi ama evocare atmosfere e descrivere, perdersi nel lusso e nella bellezza degli oggetti d’arte ricordando piccoli tesori. Ha una preziosità abbondante quasi barocca che io amo, amo e amo ancora. Per me trasmette meravigliosamente bene quel senso di umidità avviluppante che attribuisco alla Louisiana (e alla Padania, per rimanere nei dintorni!). Avvolge, avviluppa, suscita e respiri un’atmosfera che finisce per farti male tanto è intensa.

Attenzione però: io amo questo stile. Qualcun altro potrebbe trovarlo esasperante, noioso, insopportabile. Una persona con gusti diversi potrebbe dire: “Otto pagine solo per descrivere un’accidente di casa, ma che noia! Qui non succede nulla!”.

Lo so. Anne Rice è peculiare, la ami o la odi. È difficile rimanere indifferenti a uno stile tanto caratteristico e lontano dalla scorrevolezza scarna cara ai nostri tempi. La mia anima dannunziana gongola, per lei queste cascate di aggettivi sono sorgenti cui abbeverarsi.

Se non amate le scritture lente e le storie che si sviluppano con lentezza, con digressioni e sottotrame, forse è il caso che non proviate nemmeno a iniziare la lettura di questa trilogia. Vi deluderebbe, o annoierebbe, o irriterebbe. Temo sia difficile che possa conquistarvi, nonostante le emozioni forti non manchino. A tratti ci saranno anche momenti morbosi, per cui ricordatevene, se i bambini volessero leggere quello che leggono i grandi. “L’ora delle streghe” è adatto a un pubblico abbastanza maturo da comprendere che certe cose non sono normali e non devono esserlo.

Se invece apprezzate questo tipo di storie, piene di una sensualità sia carnale, sia linguistica, buttatevi in questo mondo pieno di magia e mistero. New Orleans potrebbe conquistare anche voi… e potreste iniziare a tormentare amici e parenti per ricevere un Victrola per le feste.

“L’ora delle streghe” potrebbe donare brividi inaspettati al vostro Halloween, se lo festeggerete, ma anche a tutte le altre giornate. Io non posso dire di consigliarlo: è uno dei miei libri rifugio, e ho già detto abbastanza! Buona lettura e buon Halloween a tutti!

Post scriptum: qui parlo unicamente del libro. Solo e soltanto il romanzo “L’ora delle streghe”, primo volume delle “Cronache delle streghe Mayfair”. Dopo aver letto le modifiche apportate alla trama, mi rifiuto di prendere in considerazione la serie tv “ispirata” a questo libro.

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