Gitanjali, di Rabindranath Tagore: recensione.

Titolo: Gitanjali.
Autore: Rabindranath Tagore.
Editore: Demetra (Giunti).
250 pagine. Io acquistai questo volume con l’offerta “due libri a 9,90”, ma il prezzo è comunque contenuto.

Dalla quarta di copertina: «Genio versatile, carismatico, sempre in anticipo sui tempi, Tagore lanciò un messaggio universale ancora oggi di grande interesse e importanza, nel subcontinente indiano come nel resto del mondo. Il suo credo nell’unità spirituale fra Oriente e Occidente è un attuale e potente messaggio di redenzione e di salvezza per un mondo lacerato da guerre di religione e da sistemi economico-sociali contrapposti e inconciliabili. Le sue idee civili, educative e scientifiche sono ancora punti di riferimento e modelli da seguire.»

Buona festa dell’Immacolata Concezione, cari lettori! Permettetemi di proporvi un approccio diverso alle festività natalizie che si avvicinano e di cui oggi festeggiamo un importante passaggio. Questo è uno dei libri che vi ho consigliato l’anno scorso come perfetto per sentire lo spirito del Natale. Gli osservatori più attenti storceranno il naso. “Ma Samanta”, mi direte, “questo poeta non è cristiano! Cosa può dirci del Natale?”

Eh, cari miei, cosa può dirci? Tutto quello che l’umile cuore di un peccatore assetato del divino può dire ai suoi simili. Ed è tanto, per la mia sensibilità. Se nel Natale vediamo il momento perfetto per dedicarci alla nostra spiritualità, la ricerca del divino è un passaggio ovvio.

Gitanjali, o “Canti di offerta”, è considerato il capolavoro di Rabinadrath Tagore, un uomo di tale complessità e impatto da non poter essere riassunto in poche righe. Per riguardo a questa figura, non ci proverò nemmeno. È una raccolta di poesie che gli meritò il Premio Nobel per la letteratura, originalmente composta in bengali e tradotta da Tagore stesso in inglese.

Attraverso queste 103 poesie, Gitanjali ci porta in un mondo così umano e puro da non sembrare reale e tanto meno possibile. Un mondo dove la devozione e la purezza dell’amore sono valori su cui improntare un’intera esistenza “con orgoglio”, se fossimo a un livello più gretto di esistenza, ma nel caso di Tagore con semplice e pacata accettazione del proprio destino.

Sono molti i valori che trovano spazio in Gitanjali, espressi da una penna semplice, capace di immagini delicate e potenti dotate di una diversa e notevole efficacia, forse non particolarmente ricercata per effetti stilistici e metrici, ma evocativa. Forse non avremo modo di ammirare giochi tecnici e funambolici tra questi versi, ma leggeremo molte righe con una palpitazione strana e nuova nel cuore, una sorta di nostalgia per un mondo sognato e desiderato, ora lontano, in apparenza perduto.

Quanto meno è quanto ho provato io durante la lettura. Un’emozione potente, senza nome, che vaga tra nostalgia e desiderio, tra amore e compassione, tra ammirazione e umiltà consapevole dei propri limiti.

Gitanjali è un viaggio all’interno di un cuore che cerca di essere quanto più puro e spirituale possibile, ma che si concede di cedere di tanto in tanto al piacere del mondo terreno. Si racconta attraverso la vergogna di non riuscire a raggiungere le vette più vicine a Dio e per il poco desiderio che prova per questo magnifico obiettivo, ma anche attraverso la fiducia completa e perfetta che nutre nell’arrivo di una fonte di amore e gioia che vanno oltre qualunque sentimento di questo mondo.

Posso essere onesta? Se cercate una lettura più introspettiva del solito e apprezzate la poesia, non perdete tempo con le ombre che possono suscitare le mie parole. Lasciate che sia Gitanjali a parlare al vostro cuore.

Mi limito a riportare il brano numerato come 28, che per me è stato… un incontro fortunato, diciamo così. Se questi versi smuovono qualcosa nel vostro cuore, vi consiglio di dare una possibilità a questa raccolta. Il bisogno di qualcosa di superiore che potrà suscitare in voi potrebbe segnare l’inizio di importanti cambiamenti. Sempre consapevoli dei nostri difetti e delle nostre debolezze, possiamo imparare ad accettarle come parte di noi, come manifestazione dei limiti dell’umanità e potremmo forse dedicarci al coltivare la parte più nobile di noi.

Se vorrete fidarvi di Gitanjali, fatemelo sapere. Vi auguro una felice festa dell’Immacolata e di fare il pieno di spirito natalizio!

Sono ostinate queste catene,
il cuore mi fa molto male
quando cerco di spezzarle.
Libertà è tutto quello che voglio
ma ho vergogna anche solo a sperarla.
Son certo di trovare in te
una ricchezza inestimabile.
Son certo che tu
sei il mio amico migliore
ma non so liberarmi degli orpelli
che mi riempiono la stanza.
Sono avvolto in un sudario
di polvere e morte che odio
ma stringo a me con amore.
Son molti i miei debiti,
gravi i miei errori,
segreta e pesante la mia vergogna
ma quando vengo a chiedere il mio bene
tremo nel timore di essere esaudito.

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